Sui vincoli della zona archeologica di Rudiae

Una lettera aperta alle autorità competenti per chiarire i vincoli ambientali e archeologici cui è sottoposta la località del sito archeologico allo scopo di garatirne il rispetto e l’estensione.

 

 

Al Direttore Generale ai Beni Archeologici Prof. Luigi Malnati
presso Ministero per i Beni Culturali
Via di San Michele, 22
00153 Roma
Al Sig. Direttore Regionale ai Beni Culturali della Puglia Dott. Gregorio Angelini
Strada dei Dottula, 49
70122 Bari
Al Sig. Soprintendete ai Beni Archeologici della Puglia Dott. Luigi La Rocca
Via Duomo 33
74100 Taranto
Al Centro Operativo dell’Archeologia del Salento
Via G. de Jacobis, 1
73100 Lecce

e p.c. Signor Sindaco di Lecce dr. Paolo Perrone
Signori Consiglieri Comunali della Città di Lecce
Signori Assessori Comunali della Città di Lecce
Signori Soci e Amici di “Vivere Lecce”

Ogg.: Richiesta verifica vincoli zona archeologica Rudiae ed estensione degli stessi.

Premesso che:
l’area occupata dall’antica città messapico – romana di Rudiae, interamente ricadente nel territorio del Comune di Lecce è sottoposta a vincolo archeologico, che interessa pressoch� tutta l’area urbana antica, oltre ad una piccola porzione extramuranea in corrispondenza dell’angolo NE del sito. Ai sensi del Piano Urbanistico Territoriale Tematico/Paesaggistico praticamente tutta l’area urbana della città antica, ricade in un ATE (Ambiti Territoriali Estesi) di tipo “C” (valore distinguibile -ambito C-, laddove sussistano condizioni di presenza di un bene costitutivo con o senza prescrizioni vincolistiche preesistenti), con lembi di tipo “D” (valore relativo -ambito D-, laddove pur non sussistendo la presenza di un bene costitutivo, sussista la presenza di vincoli diffusi che ne individui una significatività, in corrispondenza delle immediate adiacenze), e un ristretto ATE di tipo
“B” (valore rilevante -ambito B-, laddove sussistano condizioni di compresenza di più beni costitutivi con o senza prescrizioni vincolistiche preesistenti) in corrispondenza dell’anfiteatro. L’area della città antica presenta altresì, al suo interno e nelle immediate vicinanze, una serie di evidenze specifiche sia per quanto concerne gli
aspetti ambientali (con piccole zone di bosco, macchia e, in corrispondenza della pertinenza della Villa Mellone, di verde privato e parco silvo – forestale) che per quelli geo – morfologici (con la segnalazione di un ciglio di scarpata e di alcune vore).
A seguito di ciò, qualsiasi intervento proposto per la porzione di territorio su cui insiste la città antica non potrà non tener conto del vincolo archeologico e dovrà essere sottoposto al vaglio della competente Soprintendenza e della commissione paesaggistica per verificarne la compatibilità. Diametralmente opposto è il discorso per quanto
riguarda l’area immediatamente circostante la città antica, non sottoposta a nessun regime vincolistico, pur conservando il fossato difensivo esterno alla città (segnalato e indagato in alcuni punti), resti di strutture murarie in opera quadrata, aree di necropoli di età messapica e numerose tracce di frequentazione (aree di frammenti
fittili) di età arcaica, ellenistica e romana, e che presenta ancorasignificativi scorci di zone agricole in corrispondenza dell’imboccodella valle della Cupa, paesaggio storico di notevole rilevanza, fortemente minacciate dall’espansione urbanistica (non dimentichiamo il contenzioso di qualche anno fa relativo alla lottizzazione appena fuori dalla città in corrispondenza del lato N) e strette d’assedio dall’anello della tangenziale Ovest.
Si chiede pertanto alle SS.VV.II. un approfondito esame dei vincoli esistenti e l’opportunità di valutarne la possibile estensione e allargamento alle zone circostanti nell’ottica di preservare la città antica e le evidenze archeologiche all’interno del contesto paesaggistico, ormai storicizzato, al fine di scongiurare la prospettiva, plausibile, di un’area archeologica “protetta” ma aggredita e minacciata nel suo immediato intorno dall’espansione urbanistica e edilizia della città capoluogo e dei centri vicini.
Il tutto nell’ottica di intendere l’area archeologica – per l’indagine della quale sono stati recentemente investiti fondi pubblici che hanno portato ai risultati straordinari che sono sotto gli occhi di tutti (non ultimi la scoperta dell’anfiteatro e la messa in luce della cinta muraria difensiva in straordinario stato di conservazione) – non solo importante in se stessa, ma anche per il suo inserimento all’interno di un paesaggio agrario storicizzato. Nella prospettiva che tutta l’area possa diventare (non dimentichiamo già ora il sito è utilizzato “informalmente” da un gran numero di persone di ogni fascia d’età per passeggiate, jogging, escursioni in bicicletta e attività all’aria aperta) un grande polmone verde aperto alla pubblica fruizione, localizzato immediatamente a ridosso dell’area urbana e ricompreso all’interno della più vasta area metropolitana costituita dal
capoluogo e dai centri limitrofi.
Tutto ciò premesso si chiede:
la verifica dell’attuale vincolo che appare insufficiente a difendere l’area urbana delimitata dalle mura; la verifica di una possibile estensione del vincolo stesso fino al fossato esterno alle mura nei diversi punti ormai noti, inglobando anche le numerose evidenze rilevate dal prof. M. Guaitoli e pubblicate sulla Carta Archeologica di Rudiae in Metodologie di catalogazione dei beni archeologi, Quad. 1,2 Lecce, Bari 1997; la verifica di realizzare una
zona cuscinetto ovvero e la creazione di una fascia di rispetto intorno al vincolo così rivisto, in modo da contenere l’area urbana, i cui ultimi interventi sono realizzati a ridosso delle mura.

Distinti saluti
Il Presidente
Beppe D’Ercole